La telemedicina rappresenta oggi una grandissima risorsa per riuscire a garantire accesso alle cure a tutti i pazienti anche in fase di pandemia o in situazioni imprevedibili e difficili da gestire.

I primissimi esperimenti di telemedicina del passato nascono per offrire assistenza in aree geografiche più remote o in situazioni disagiate e in Italia le prime applicazione di telemedicina risalgono agli anni 80.

La telemedicina nella fase di pandemia da Covid-19 ha rappresentato una risorsa molto significativa. La necessità ha determinato la volontà di potenziarla, velocizzandone ricerca e sviluppo.

E’ chiaro che il periodo di emergenza ha in assoluto determinato un incremento delle iniziative dedicate all’assistenza a distanza perché assicurare le cure a tutti i pazienti covid e non covid, era diventato prioritario esattamente come sconfiggere la pandemia.

Attualmente si contano circa 222 iniziative di digitalizzazione e di telemedicina. 62 dedicate ai pazienti covid e 160 dedicate ai pazienti non Covid. Si tratta principalmente di soggetti fragili, con malattie croniche e individui che devono sottoporsi a trattamenti a lungo termine.

Circa un progetto su due si incentra sull’utilizzo di telefono e piattaforme ovvero dispositivi mobili come smartphone e i wearable.

Una ricerca condotta da CCS Insight Global Wearables Forecast stima un incremento nel mercato dei dispositivi indossabili, tale da veder raddoppiare i suoi utenti. Si tratta di circa 1,2 miliardi di device entro il 2025.

In questo momento le applicazioni disponibili per smartphone e smartwatch hanno già permesso un miglioramento in termini di accessibilità, disponibilità e personalizzazione di servizi. In particolare è stata semplificata la comunicazione con il proprio medico e il costante monitoraggio delle abitudini personali, ha instillato nella maggior parte degli individui il desiderio di miglioramento, alimentando la personale capacità di autoregolarsi per accrescere il benessere psico-fisico.

Questa situazione di assistenza alternativa è stata pure in parte regolamentata a livello istituzionale a seguito dell’approvazione delle “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina” (17/12/20) da parte della Conferenza Stato Regioni e sono state deliberate linee-guida regionali dettagliate, organizzate per patologie specifiche. Un primo passo, significativo, affinché la telemedicina diventi la nuova normalità.