Ogni anno il 28 luglio, si celebra la Giornata Mondiale contro l’Epatite. E’ stata l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ad istituirla e a scegliere questo giorno per commemorare la nascita di Baruch Blumberg, il biochicmico statunitense vincitore del premio Nobel per la scoperta del virus dell’epatite e del primo vaccino.
Si tratta di una giornata molto importante volta a diffondere conoscenza in merito ad una malattia ancora largamente sconosciuta. Si stima che tra i soggetti attualmente infetti, una percentuale elevata sia assolutamente ignara di come sia avvenuto il contagio. E’ solo la conoscenza che può permettere di attuare delle strategie efficaci di prevenzione per contrastarne la diffusione. A tal proposito l’OMS ha lanciato uno slogan che spiega e accompagna la giornata: “Conosci l’epatite. Agisci adesso.”
L’epatite virale appartiene ad un gruppo di malattie infettive che si manifestano con un’infiammazione del fegato, con conseguenze anche gravi come, cirrosi, fibrosi e cancro. Generalmente le epatiti sono di origine virale, ma la trasmissione può avvenire anche a causa di malattie autoimmuni, sangue infetto, l’abuso di alcool, uso di sostanze stupefacenti e per via sessuale.
L’OMS stima che siano 1,45 milioni le persone che muoiono ogni anno di epatite B e C.
E’ dal 2014 che è disponibile un vaccino contro l’epatite B e ad oggi, la percentuale di bambini che lo ha ricevuto, è salita all’82%, poiché sono attualmente 184 i paesi che lo hanno incluso nei programmi di vaccinazione nazionale.
In merito all’epatite C, non è attualmente disponibile un vaccino, ma sono davvero tanti i progressi compiuti fino ad oggi. L’introduzione di farmaci con il principio attivo che si chiama Sofosbuvir, ha reso possibile il raggiungimento di risultati clinici notevoli e traguardi rilevanti. Il costo esorbitante ha avuto la grave ripercussione di declinare il rapporto tra innovazione e sostenibilità. Non vi è reale innovazione senza costi sostenibili. Si auspica il raggiungimento di un compromesso in grado di garantire il diritto alle cure.
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